Traffico di droga tra Calabria e Sicilia: 11 misure cautelari

Dalle prime luci dell'alba, i Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Messina stanno eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 11 soggetti (5 dei quali in carcere, 4 agli arresti domiciliari e 2 con obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria), promotori e membri di un'organizzazione criminale che gestiva un lucroso traffico di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, hashish e marijuana, sull'asse tra la Calabria e la Sicilia.

Le indagini, condotte dai militari del Gruppo di Messina e dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Messina, traggono origine dagli approfondimenti avviati a seguito dell'arresto, effettuato il 26 settembre 2018, di due soggetti messinesi, C.D. cl. 97 e R.D. cl. 99, sorpresi agli imbarcaderi dei traghetti privati mentre trasportavano oltre due chili e quattrocento grammi di cocaina ed un modesto quantitativo di hashish, sulla rotta dalla Calabria a Messina, abilmente occultati nelle fiancate dell'autovettura.
Tenuto conto dell'ingente quantitativo di stupefacente sequestrato, dell'elevato grado di purezza, pari al 76%, e delle modalità operative adottate nell'occasione dagli arrestati, si riteneva come quanto rilevato non fosse considerabile come un episodio isolato, bensì rientrasse in un contesto delinquenziale molto più ampio.
Sulla scorta dei preliminari approfondimenti d'indagine, venivano, quindi, avviate mirate indagini tecniche che consentivano di disvelare l'esistenza di un'articolata associazione a delinquere, finalizzata al traffico ed allo spaccio di stupefacenti che aveva la sua base nel rione Giostra di Messina, dotata di stabili canali di approvvigionamento in Calabria, a Catania e nella stessa città dello Stretto.
In tale contesto, il successivo 2 febbraio 2019, le Fiamme Gialle peloritane traevano in arresto il messinese R.G. cl. 96, oggi destinatario del provvedimento di cattura, perché sorpreso al rientro da Catania, a bordo di un'autovettura noleggiata, in possesso di 5 chilogrammi di marijuana.

Acclarata la modalità di approvvigionamento, il seguente 23 febbraio 2019, i Finanzieri facevano irruzione nell'abitazione di L.P.G. cl. 83, anch'esso oggi nuovamente tratto in arresto, sita nel Rione Giostra di Messina, sorprendendo i fornitori catanesi, C.R. cl. 67 e S.W. cl. 61, nonché – oltre al proprietario dell'abitazione – il congiunto L.P.G. cl. 61, il capo e promotore dell'organizzazione, M.G. cl. 91, ed i sodali M.F. cl. 61 e T.V. cl. 88 e sequestrando ulteriori 5 chilogrammi di marijuana.

Più in particolare, si acquisiva alle indagini come il gruppo criminale investigato, connotato da allarmante professionalità e vorticosa ripetitività, avesse impiantato in un'abitazione sita nel rione Giostra di Messina un servizio di distribuzione di droga operativo h24, grazie ad un ingegnoso sistema di turnazione tra i partecipi che si alternavano ai padroni di casa, il capo e promotore M.G. cl. 91 e la consorte S.G. cl. 86, oggi destinatari di arresto.
Come una normale attività lavorativa, le indagini svolte dalle Fiamme Gialle documentavano frequenti "cambi turno" e addirittura il pagamento di emolumenti accessori per i turni di "reperibilità", alla stregua di veri e propri "dipendenti": un vero e proprio supermarket dello stupefacente.

Per le illecite attività, lo spacciatore A.C. cl. 84, oggi arrestato, percepiva uno stipendio di circa € 1.200,00 mensili.
Nel corso dell'intera indagine sono stati sequestrati oltre 2 kg. di cocaina, oltre 10 kg. tra marijuana e hashish, nonché tratti in arresto in flagranza di reato n. 8 soggetti e accertati oltre 2500 episodi di spaccio, nel breve periodo da novembre 2018 a febbraio 2019, altresì emergendo come alcuni degli indagati vantassero la disponibilità di armi da fuoco.

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In conclusione, l'attività di oggi costituisce un altro duro colpo alle organizzazioni criminali operanti nel Rione Giostra di Messina, notoriamente sotto l'influenza di uno dei clan storici e più strutturati della città.
A tal riguardo, il capo e promotore M.G. cl. 91 è figlio del più noto M.C. cl. 58, killer del clan GALLI di Giostra, assassinato il 22 maggio 2001 in un agguato mafioso con un colpo alla testa, all'incrocio tra viale Giostra e viale Regina Elena di Messina.

Evidentemente, proprio tale blasonato rapporto parentale consentiva al M.G. cl. 91 di scalare le gerarchie del clan GALLI, addirittura venendogli riconosciuta la sua primazia sul territorio dai congiunti diretti del capo clan GALLI Luigi "scarpuzza" cl. 56, "...lo sanno che tu comandi anche a me ...", in occasione dei commenti connessi ad un attentato incendiario nei confronti di una sala scommesse riferibile al medesimo M.G. cl. 91, avvenuto lo scorso gennaio 2019.

In aggiunta, è stato altresì accertato come 9 soggetti degli 11 destinatari di provvedimento cautelare facciano parte di nuclei familiari percettori di reddito di cittadinanza, nonché un soggetto addirittura quale diretto interessato. Su tale aspetto verranno avviati mirati approfondimenti tesi a verificare la liceità della percezione del relativo sussidio.

Con l'operazione odierna, la Direzione Distrettuale Antimafia e la Guardia di Finanza di Messina, oltre ad assicurare alla giustizia soggetti dediti a lucrose quanto gravi attività di narcotraffico, confermano come la soglia di attenzione nei confronti di fenomeni della specie sia altissima, così recuperando un ampio spazio di legalità, oggi restituito alla collettività onesta.

"E' un'indagine che corrobora l'approccio investigativo su una realta' criminale che intende sfruttare la posizione geografica della citta'". A dirlo il procuratore aggiunto di Messina Rosa Raffa che ha coordinato le indagini dell'operazione antidroga. L'indagine della Guardia di finanza e' sfociata nell'operazione "Festa in maschera" con 11 misure cautelari: 9 arresti, 5 in carcere, 4 ai domiciliari e 2 obblighi di presentazione. "Messina - aggiunge - ha abbandonato la posizione di crocevia valorizzando la facilita' di approvvigionamento dalla Calabria e da Catania". Numerosi gli episodi di spaccio documentati dall'indagine della Guardia di finanza che ha portato al sequestro anche di denaro in contanti e Droga. "La piazza di Messina - ha aggiunto il colonnello Gerardo Mastrodomenico, comandante provinciale della guardia di finanza - non e' piu' un luogo di transito ma di approvvigionamento e smercio di sostanze stupefacenti".