Regionali, Nucera (Calabria che vogliamo): "Litigi e spartizioni, ma nessuno parla dei problemi reali"

"La Calabria che vogliamo - si legge in una nota - si avvicina con determinazione e volontà alle prossime elezioni regionali. Giuseppe Nucera, ideatore della piattaforma e candidato a Governatore, si dice amareggiato per il clima che aleggia sopra le nubi della politica calabrese".

"Vedo solo litigi e spartizioni, discussioni su possibili alleanze o spaccature. Dei problemi della Calabria, delle difficoltà che vivono i cittadini, nessuno se ne parla. Assisto sbigottito a questa indifferenza, che non può che allontanare ulteriormente il cittadino della politica. Quale fiducia possono nutrire i calabresi se gli unici interessi dei vari partiti sono inciuci e poltrone da occupare?", si chiede l'ex presidente di Confindustria Rc.

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"La Calabria che vogliamo è animata da presupposti completamente diversi rispetto a quelli dei partiti tradizionali. Il progetto, appena nato, ha una visione chiara e proiettata nel futuro.

"Non ci siamo mai interessati di queste 'manovre' o di seguire le polemiche sterili che si seguono oramai da mesi. Ci siamo preoccupati invece di stilare un programma dettagliato, incentrato su quelle che sono le principali emergenze da affrontare. Nei prossimi giorni lo presenteremo ufficialmente, sono sette i punti che secondo noi costituiscono la base dalla quale ripartire.

La Calabria non può uscire dal tunnel nel quale si è infilata se continua a guardare il dito invece della luna. E' arrivato il momento di cambiare davvero le cose, invertire il senso di marcia che ci sta portando a tutta velocità verso il baratro", le parole di Nucera.

A poche settimane dalle elezioni, ancora non si conoscono i nomi di tuttii candidati alla presidenza della Regione Calabria". L'ex presidente di Confindustria Rc non nasconde lo stupore.

"Tutti i calabresi si chiedono quando finirà questa sceneggiata. Bisognerebbe discutere di programmi, temi, idee da mettere in campo per risollevare la Calabria.
Invece si attendono 'segnali' da Milano e da Roma, siamo con le orecchie tese ad aspettare le imposizioni che arrivano dall'alto e da lontano. Il futuro della Calabria deve essere deciso dai calabresi, non da personaggi che non hanno alcun interesse (se non di tipo politico) verso la nostra terra. 'La Calabria che vogliamo' non aspetta ne è serva di nessuno, andiamo dritti per la nostra strada con la volontà di cambiare le cose".