Il contributo della Scuola alla celebrazione del 25 Novembre

La Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, sollecita varie forme di partecipazione, diverse, ma tutte con un unico obiettivo. La Consulta studentesca di Vibo Valentia, per esempio, distribuirà una spilla raffigurante il volto tumefatto della Gioconda di Leonardo di nel 500nario anni della nascita ma, accanto a questo messaggio, fortemente simbolico, Franca Falduto ha inteso esporre anche una riflessione più profonda sul ruolo della Scuola nella formazione al rispetto della differenza di genere.

Una rinnovata attenzione è dedicata dalle Istituzioni scolastiche alla necessità di contrastare la diffusione degli stereotipi in chiave preventiva al fine di arrivare alla costruzione di un modello educativo destinato agli Studenti, ma anche formativo per i Docenti.

Riferimento normativo fondamentale è tutt'oggi la Convenzione di Istanbul che per chiarezza e diffusione internazionale rappresenta una pietra miliare per l'inclusione nei programmi scolastici di materiali didattici su temi quali la parità tra i sessi, ruoli di genere non stereotipati, reciproco rispetto, soluzione non violenta dei conflitti nei rapporti interpersonali, violenza contro le donne, diritto all'integrità personale. A seguire, la legge 119/2013, che ha promosso un'adeguata formazione del personale della scuola contro la violenza e la discriminazione di genere attraverso la programmazione didattica curricolare ed extra-curricolare delle scuole di ogni ordine e grado; perché se stereotipi e pregiudizi hanno trovato nel contesto socio-familiare il terreno più fertile al loro sviluppo, non va sottovalutata neppure l'azione esercitata dalla scuola che ha diffuso, a volte, tali schemi mentali attraverso lo studio di saperi pensati e costruiti al maschile.

Ciò perché nel mondo educativo persistono elementi di criticità quali: dequalificazione a livello sociale della professione docente; assenza di un automatismo tra presenza di un corpo docente femminile e attenzione alle tematiche di genere; mancata neutralità delle conoscenze diffuse anche attraverso i libri di testo. Ma la scuola può rappresentare un'occasione di formazione al riconoscimento dei segni della violenza tra pari anche nelle sue forme meno visibili, come quella psicologica: vivere una relazione violenta da giovanissime, oltre alla sofferenza immediata, comporta anche il rischio di compromettere il futuro sentimentale perché s'imparano modelli di interazione di coppia basati su dominazione e violenza che spesso hanno già osservato in famiglia. Questo può rivelarsi difficile, perché le adolescenti spesso confondono comportamenti abusivi con segnali d'interessamento e amore e raramente chiedono aiuto agli adulti subendo conseguenze sullo stato di salute della persona e sulla carriera scolastica. Tra i banchi di scuola, dunque, possono già emergere comportamenti che attengono alla sfera della violenza di genere: crescono infatti le richieste di aiuto delle giovani donne proprio in quei territori in cui sono attivi gli interventi nelle scuole. Gli stessi dati mostrano anche un aumento delle donne che iniziano un percorso di uscita dalla violenza indirizzate e consigliate da quelle figlie/i che hanno avuto la possibilità di discutere, a scuola, dei vari aspetti che la violenza di genere può assumere. Adottare una prospettiva di genere nella didattica significa, infatti, per i docenti: riconoscere i segni della violenza e della discriminazione di genere nei rapporti tra pari; individuare nella violenza assistita una delle possibili cause dei fenomeni che gravano sul sistema scolastico come la dispersione scolastica, il bullismo, il cyberbullismo; educare ai new media con uno sguardo critico sulla rappresentazione mediale dei generi e con un'attenzione alla cultura del rispetto.

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Inoltre il fare dell'educazione di genere una pratica didattica quotidiana, sin dalla scuola dell'infanzia, implica per i docenti una riflessione e una ricerca continua: sul proprio ruolo, sull'adozione di un linguaggio attento alla dimensione di genere, sulla sperimentazione di metodologie didattiche che favoriscano la libera costruzione del sé, su come orientare studentesse e studenti alla libera scelta.