La segreteria regionale del MSI-Fiamma Tricolore Calabria esprime il proprio cordoglio e solidarietà nei confronti della Polizia di Stato e delle famiglie degli agenti Pierluigi Rotta e Matteo Demenego caduti ieri durante il servizio.
"Non è questo il momento di lanciare la solita e inutile caccia all'immigrato e di esasperare i toni come già hanno fatto alcuni soggetti politici.
E' doveroso piuttosto riflettere sui metodi di ingaggio, sulle forniture, sugli strumenti in dotazione con cui le nostre forze di polizia sono costrette a fare i conti quotidianamente. Con Pierluigi e Matteo salgono a cinque gli agenti uccisi dall'inizio dell'anno. Intollerabile!
Dovrebbe di questo occuparsi la politica per rimanere nel campo della serietà. Agli chef Rubio dovrebbero essere lasciate tutte le altre fesserie ed invece è una lotta tra titani di intelletto".
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"L'Italia è un paese in cui da troppi decenni non seguono fatti alle polemiche sterili: ogni governo promette aumenti, auto nuove, divise alle forze dell'ordine ma poi la realtà è ben diversa e i risultati, purtroppo sono questi.
Una classe politica inetta in cui l'immigrazione diventa solo un punto di scontro, un tema su cui risvegliare l'istinto animale di destri e sinistri. Mai una riflessione seria come quella fatta ieri dal capo della polizia Gabrielli: secondo i dati ufficiali infatti aumentano sempre più i crimini commessi dagli immigrati arrivati a essere il 33% del totale nonostante rappresentino solo il 12% della popolazione.
Oltre al semplice dato però occorrerebbe analizzare i motivi di questa escalation: se per alcuni l'Italia è il paese del Bengodi e del disordine per molti altri essere estirpati dalla propria terra, dalle proprie famiglie, vivere a migliaia di chilometri da casa secondo usi, culture e tradizioni diverse senza la possibilità di un ritorno è un impatto psicologico troppo forte da sopportar,e soprattutto se si arriva in un paese in crisi ormai da decenni sperando di trovarvi la terra promessa. Vivere in baraccopoli, costretti a fare lavori sottopagati e sfruttati dalle multinazionali e dal bieco capitalismo non è la terra promessa: è l'inferno in cui vivono molti di questi uomini grazie ai quali si riempiono le tasche di cooperative, caritas e sindacati.
E' in queste situazioni di grave disagio e di vita vissuta nell'ombra la motivazione che porta molti immigrati a commettere crimini e vivere di illegalità.
Oggi l'Italia piange altri suoi due figli. Lo faccia con serietà e dignità senza strumentalizzazioni. Vorremmo sperare siano gli ultimi".