Minori assuntori e spacciatori di droga, Gratteri: “Gruppo pericoloso e violento legato alla ‘ndrangheta, grave coinvolgimento ragazzi”

gratteri last geneBase operativa nel Soveratese, con il coinvolgimento di donne nei vertici decisionali e di minori nello smercio, e con proiezioni in altre realta' nazionali come Milano ed estere. E' questo l'identikit dell'organizzazione criminale che circa 200 carabinieri questa notte hanno smantellato dando esecuzione all'inchiesta "Last Generation", coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. In totale, sono stati 24 i provvedimenti di fermo di indiziato di delitto disposti dai militari dell'Arma nei confronti di un'associazione che aveva il monopolio del traffico di sostanze stupefacenti nel basso Jonio catanzarese e che - secondo gli investigatori - era legata alla potentissima cosca Gallace di Guardavalle (Catanzaro), le cui propaggini sono state documentate anche nel Lazio e in Lombardia. L'operazione "Last Generation" e' stata illustrata nei dettagli in una conferenza stampa nella Procura di Catanzaro alla quale hanno partecipato, tra gli altri, il capo della Dda Nicola Gratteri, il procuratore aggiunto Vincenzo Luberto, e il comandante provinciale dei carabinieri di Catanzaro, Marco Pecci.


Le indagini hanno evidenziato la capacita' degli indagati far arrivare importanti quantitativi di cocaina anche nelle piu' competitive piazze di spaccio del milanese e del Maceratese, rifornendo anche le cosche dell'Adriatico. Nel corso delle indagini, sono state arrestate in flagranza di reato due persone, poiche' trovate in possesso di cocaina, marijuana e hashish, e oltre 10.000 euro in contanti.

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Inoltre, e' stato accertato che i proventi del narcotraffico venivano riempiegati e riciclati anche all'estero, in particolare in Austria, dove operava un soggetto legato all'organizzazione. Contestata al sodalizio criminale anche l'associazione armata, a conferma - e' stato spiegato in conferenza stampa - "della pericolosita' e della violenza di un gruppo capace di atti di resistenza nei confronti delle forze dell'ordine". Particolarmente "grave" e' stato definito dagli investigatori il coinvolgimento di minorenni nella duplice veste di assuntori delle sostanze stupefacenti e di spacciatori. Tre inoltre le donne coinvolte nel blitz dei carabinieri: di queste, due avevano ruolo apicali nella gestione dell'organizzazione criminale. "Si tratta di un'indagine di Serie A", ha detto Gratteri, per la quale "non abbiamo raccolto solo gravi indizi di colpevolezza ma prove. Altro aspetto significativo di questa inchiesta e' stata la partecipazione diretta e attiva di tutte le stazioni dei carabinieri nel comprensorio soveratese, elemento fondamentale - ha aggiunto il procuratore Gratteri - per ottenere i riscontri che abbiamo ottenuto".


Due degli indagati nell'inchiesta "Last generation" contro un'organizzazione criminale dedita al narcotraffico "da diversi giorni stavano pensando di andare in Svizzera e in Austria, per questo abbiamo deciso di disporre il fermo" ha rilevato il procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, Gratteri, nel corso della conferenza stampa. "Il fermo - ha spiegato Gratteri - si e' reso necessario per il pericolo che i due promotori di questa associazione a delinquere si dessero alla fuga all'estero e questo avrebbe complicato molto la loro cattura. Questo ci ha messo in fibrillazione ma ci ha indotto a chiudere l'operazione per evitare di avere latitanti importanti".

"Era un'associazione che si stava preparando alla stagione estiva quando la popolazione sulle coste del soveratese triplica e aumenta il numero degli assuntori. In questa indagine e' stato fondamentale il supporto dei carabinieri delle stazioni presenti sul territorio".


A sua volta il procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, Vincenzo Luberto, ha spiegato come l'operazione prende il nome di "Last generation" proprio "per la giovane eta' di buona parte delle persone coinvolte, ma questo non deve trarre in inganno perche' i minorenni indagati hanno dimostrato spregiudicatezza e pericolosita' sociale". Luberto ha anche rivelato che "sono stati numerosi gli episodi di resistenza e di aggressione da parte dei minorenni nei confronti dell'attivita' di controllo e contrasto dei militari dell'Arma, che in alcuni casi hanno anche riportato delle lesioni, cosi' come sono stati tanti i casi di minacce di ritorsioni a carico dei carabinieri o di loro familiari, comunque mai concretizzatisi sia per la capacita' di reazione delle forze dell'ordine sia per l'opposizione dei vertici del sodalizio. I giovani inoltre - ha proseguito il procuratore aggiunto - avevano la piena consapevolezza di partecipare a un'organizzazione legata alla 'ndrangheta, e questo era anche motivo di vanto per loro". In generale, Luberto ha definito "allarmante questo coinvolgimento di minori , un allarme che dovrebbe essere il viatico di un diverso impegno sociale sul terreno della prevenzione di certi fenomeni".
"Un dato da evidenziare - ha spiegato Luberto - e' che l'associazione che abbiamo colpito aveva una disponibilita' di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina, che superava di gran lunga la possibilita' di offerta". A sua volta, il comandante provinciale dei carabinieri di Catanzaro, Marco Pezzi, ha evidenziato come "si possono ottenere grandi risultati quando vengono messi a disposizione mezzi e strumenti necessari e si puo' agire in velocita' e con concretezza". All'incontro con i giornalisti hanno partecipato anche il comandante provinciale del Reparto operativo dei carabinieri di Catanzaro, Giuseppe Carubia, e il capitano Gerardo De Siena, comandante della Compagna di Soverato. L'inchiesta, oltre a Gratteri e Luberto, e' stata condotta dai sostituti procuratori Debora Rizzo, Veronica Calcagno e Vito Valerio.