TartaLife: si riduce cattura e mortalità tartarughe marine nel Mediterraneo

Negli ultimi cinque anni e' calato il numero di tartarughe marine catturate o uccise accidentalmente dai pescatori professionisti nel Mediterraneo, grazie a una campagna di sensibilizzazione che ha spinto i pescatori ad adottare sistemi di pesca non pericolosi per i rettili. Lo rivela il progetto TartaLife (formato da Ue, Ministero dell'Ambiente, Regioni costiere e Cnr), in occasione della Giornata mondiale delle tartarughe marine, che si celebra oggi, domenica 16 giugno. Questi rettili sono pesantemente minacciati dalle attivita' dell'uomo: annegano imprigionati nelle reti, muoiono per aver ingerito ami e sacchetti di plastica, vengono mutilati o uccisi dalle eliche, i loro nidi sulle spiagge vengono distrutti. Nel Mediterraneo decine di migliaia di tartarughe marine della specie Caretta caretta muoiono ancora ogni anno. Le stime di TartaLife parlano di circa 50mila esemplari di tartarughe marine catturate accidentalmente nei mari italiani. Di queste, circa 10mila non sopravvivono. Ma da Tartalife, in occasione della Giornata mondiale, arrivano anche segnali incoraggianti: dopo cinque anni di ricerca e di campagna di sensibilizzazione verso i pescatori, si registra una significativa riduzione delle catture e della mortalita' di questa specie. I pescatori professionisti sono stati invitati ad adottare sistemi di pesca selettivi per evitare le catture accidentali, come ami circolari, dissuasori luminosi o reti speciali. Questi sistemi hanno portato a un calo delle catture accidentali che va dal 20% fino al 100%. Ma non c'e' solo TartaLife in campo per difendere le tartarughe marine. Dall'inizio di giugno, piu' di cento fra operatori e volontari del Wwf sono sulle spiagge di Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia e Toscana per individuare e mettere in sicurezza i nidi delle tartarughe marine.

--banner--

Il progetto Tartarughe marine del Wwf Italia, attivo da ormai 20 anni, ha permesso di censire decine di nidi e di individuare le spiagge piu' sensibili per la nidificazione delle tartarughe in Italia. Quest'anno, oltre al progetto Life Euroturtles, che per il terzo anno si svolge in collaborazione con altri cinque paesi del Mediterraneo, e' stato avviato TartAmar Calabria, che prevede il monitoraggio delle coste dell'alto Tirreno e Ionio cosentino: non solo attraverso il pattugliamento mattutino delle spiagge, ma anche mediante l'uso di droni, bici elettriche e, in via sperimentale, anche con una vela a motore. L'11 giugno Malcom Deodati dell'ASD Parapendio Pizzo Tandem Fly, ha dato via al progetto volando sul tratto di costa da Scalea a Diamante: attraverso una videocamera gopro collocata sul suo casco, gli operatori del progetto hanno monitorato le spiagge alla ricerca delle tracce di tartarughe marine. Stanno inoltre per partire anche i campi di volontariato Wwf, che prevedono attivita' di salvaguardia delle tartarughe marine nei centri di Policoro, Torre Guaceto, Torre Salsa, Crotone.