"Illustrissimo Signor Ministro, Le scrivo questa lettera aperta perché negli ultimi mesi ho ascoltato i Suoi interventi relativamente alla presunzione di innocenza.
Lei ha affermato: "Il sottosegretario Siri" è innocente fin quando non sarà condannato, (del resto ciò è quello che prevede anche la nostra Costituzione), ha dichiarato che siamo un popolo di 60.000.000 di Italiani innocenti fino a prova contraria.
A questo punto mi viene il sospetto che Le sia sfuggito di analizzare come viene applicato il codice antimafia sul diniego del "Nulla Osta Antimafia" alle imprese e nella parte in cui si prevede lo scioglimento dei Comuni per presunta infiltrazione.
La mafia è una cosa grave e non può essere addebitata a chicchessia per il sospetto; la giustizia si fonda sull'accertamento della verità e tale condizione negli ambienti della criminalità la può garantire soltanto il codice penale.
Il codice antimafia agisce prima che sia pronunciata una condanna e le parti interessate lo subiscono per il presunto contagio derivante dalla presunzione. È impensabile che il presunto criminale oppure la parentela scomoda soltanto per il sospetto possano avere delle ripercussioni drastiche su di una amministrazione Comunale e/o nei confronti di un imprenditore.
Se il presunto criminale è libero e la società lo deve subire ciò accade eventualmente a causa di una inefficienza dello Stato e quindi semmai lo Stato dovrebbe dare conto al cittadino per non averlo tutelato, invece, lo punisce perché presuntamente potrebbe favorire il presunto criminale (presunzione della presunzione di colpevolezza).
È proprio questo che accade il codice antimafia ha sovvertito la presunzione di innocenza con la presunzione di colpevolezza.
Dunque, lo Stato non riesce a trovare le prove per dimostrare che un determinato soggetto è un criminale e quindi rimane presunto colpevole, dall'altra parte il Prefetto grazie allo strumento previsto nel codice antimafia addebita al cittadino il presunto criminale per la presunzione che potrebbe aiutare la criminalità. La cosa più grave in tutto ciò è che il presunto criminale (se effettivamente lo è) rimane libero di commettere reati, invece, l'imprenditore e/o l'amministrazione Comunale vengono azzerate senza un processo penale ma con degli atti amministrativi basati sulla presunzione di colpevolezza.
Lo Stato nel momento in cui emette un informativa antimafia avverte il presunto criminale che lo sta controllando e quindi si potrebbe ipotizzare un reato e lo Stato non può commettere reati quindi la normativa ha un vuoto terrificante.
Il presunto criminale deve rimanere all'oscuro che lo Stato lo sta controllando e/o lo sospetta di presunti crimini in quanto, potrebbe inquinare eventuali prove.
Lei afferma che il sottosegretario "SIRI" sarà destituito soltanto dopo la condanna perché innocente fino a prova contraria ed è giusto; soltanto che le imprese indagate insieme a "Siri" avranno già subito l'interdittiva antimafia questa disparità di trattamento come la giustifica? (Siri e gli imprenditori indagati con lui presuntamente hanno commesso lo stesso reato e dovrebbero avere gli stessi trattamenti e diritti). Come può esistere secondo la Costituzione alla quale Lei si appella per il caso "Siri" il sistema del codice antimafia?
Immagini se la stessa normativa che permette di sciogliere i Comuni per il presunto contagio potesse avere azione sui partiti? Magari la Lega potrebbe essere azzerata in quanto Belsito è stato condannato per associazione e/o magari tanti altri partiti per il dubbio di collusione; insomma l'Italia è uno Stato di diritto come afferma Lei oppure si tengono in vita determinate normative per fare il bello ed il cattivo tempo?
Concludendo la voglio sensibilizzare affinché prenda provvedimenti necessari per fare abolire il codice Antimafia in quanto prevede semplicemente azioni per il sospetto e funziona esattamente al contrario di ciò che afferma Lei; addebita agli italiani colpe non accertate, ma presuntamente commesse.
In alternativa, siccome in Italia la legge è uguale per tutti, provveda a far applicare: il sistema del "nulla osta antimafia" anche per i parlamentari e la politica in genere, e di prevedere che la normativa che permettere di sciogliere le Amministrazioni Comunali per il sospetto sia estesa anche ai partiti politici.
Del resto non servirebbe alcuna modifica al codice antimafia, anzi, in questo momento credo che vi è un'omissione dell'applicazione della norma in tal senso, infatti, come previsto dalle recenti modifiche, un cittadino ed in impresa per incassare anche minime somme di denaro dalla pubblica amministrazione deve avere il "Nulla Osta Antimafia" quindi, essendo che anche i parlamentari, i politici in genere ed i partiti con i rimborsi percepiscono denaro pubblico la norma è già applicabile a dette categorie.
Alla fine si tratta di soggetti diversi (imprenditori, comuni e parlamentari) che con ruoli differenti potrebbero favorire la mafia.
Concludendo se la medicina del "Nulla Osta Antimafia" è utile efficiente ed efficace per garantire la legalità sarebbe logico utilizzarla negli ambienti della politica". E' la lettera che il coordinatore Regione Calabria Destre Unite, Luigi Catalano, scrive al ministro Matteo Salvini.
--banner--