Doppia preferenza di genere, Martino (Pd): "Calabria è ancora in tempo per dimostrare di essere dalla parte del cambiamento"

"Il reale sostegno al principio di democrazia paritaria passa anche attraverso l'approvazione della doppia preferenza di genere. La Calabria inclusiva e innovativa deve rispondere con ampia partecipazione all'appuntamento di giovedì prossimo presso la Cittadella regionale, per chiedere conto a coloro che si stanno opponendo – fra l'altro con argomentazioni deboli e pretestuose – ad un adeguamento legislativo che, senza prevedere quote, semplicemente incoraggi la partecipazione delle donne alla vita politica".
Lo sostiene Angela Martino, Componente dell'Assemblea Nazionale del Partito Democratico.

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"Il cambiamento socio – culturale è un processo (come ci hanno dimostrato i paesi scandinavi) dai tempi lunghi e graduali; per questa ragione sono indispensabili meccanismi di riequilibrio dei generi a livello normativo per tentare di superare l'anacronistico gap di rappresentanza, come richiestoci dal legislatore nazionale e come previsto nella legge elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo.
E' doveroso ricordare che il primo atto da presidente del governatore Oliverio fu proprio una modifica dello Statuto regionale con l'espressa previsione di una quota di genere nella composizione della giunta, tesa ad incentivare sin da quattro anni fa un contesto di rafforzamento della partecipazione femminile e della sua incidenza nelle istituzioni. In quell'occasione il centrodestra non si tirò indietro, consapevole dell'importanza dello scrivere insieme e con ampia maggioranza le regole del gioco. Ieri invece ha scelto di assumere una posizione ipocrita e strumentale nascondendosi dietro l'astensione.
E' evidente che in Italia sia necessario un profondo cambio di paradigma e in ciò i partiti giocano un ruolo decisivo perché investiti di una funzione sociale ed educativa sul tema della parità di genere. La Calabria è ancora in tempo per dimostrare in modo tangibile di essere dalla parte del cambiamento, e non semplicemente dalla parte delle donne".