Racket, "Libera" promuove la campagna "La libertà non ha pizzo": "In Calabria aumentano le denunce"

libertà non ha pizzo"In Calabria, negli ultimi tre anni, abbiamo registrato un aumento delle denunce contro il racket e contro l'usura". Lo ha riferito don Marcello Cozzi, componente della segreteria nazionale di "Libera" e presidente della Fondazione "Interesse Uomo", nel corso della conferenza stampa di presentazione della campagna "La liberta' non ha pizzo" sul territorio regionale. "I numeri - ha proseguito don Marcello Cozzi - restano preoccupanti. In base ai dati raccolti negli ultimi tre anni sulla scorta di un lavoro fatto con le Procure antimafia, a maggio scorso abbiamo censito 70 clan mafiosi che, in tutt'Italia, gestiscono racket e usura. Anche i numeri della rapina usuraria fatta ai danni di tanti poveri imprenditori e commercianti sono - ha spiegato il dirigente di Libera - significativi: a fronte di un prestito complessivo medio di circa 2 milioni di euro, nelle casse dei clan sistematicamente sono rientrati 4 milioni e mezzo, quindi per i clan e' un grande affare. Sono numeri preoccupanti che devono far riflettere, non solo la Calabria, ma l'intero Paese". Don Marcello Cozzi ha osservato che "ci sono anche i numeri positivi ottenuti con l'azione di Libera. Infatti, nell'ultimo triennio, con il servizio Sos Giustizia, abbiamo accompagnato 1.400 persone nelle loro denunce". 

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"Nel 2017 ne abbiamo accompagnate 600, 128 - ha detto - in Calabria. A livello generale, dalla nostra visuale registriamo negli ultimi 10-15 anni un calo sensibile delle denunce, ma al contempo, sempre ovviamente dalla nostra visuale, registriamo un aumento, magari piccolo ma un aumento, in Calabria. Per questo - ha concluso il dirigente di "Libera" - campagne come "La liberta' non ha pizzo" sono non solo importanti ma fondamentali per rafforzare questa rete".

"La liberta' non ha pizzo" la campagna antiracket e di consumo critico di "Libera", nata a Reggio Calabria nel 2010, diventa regionale. Il direttivo regionale dell'associazione, infatti, ha deciso di estendere l'esperienza reggina all'intera regione partendo dalle province di Catanzaro e Crotone.

"Riteniamo - ha detto don Ennio Stamile, coordinatore regionale di Libera - si tratti di una campagna strategica per poter far fronte alla pervasivita' della 'ndrangheta che occupa tutti i canali economici e commerciali del tessuto sociale. Quello che vogliamo fare non e' sostituirci a nessuno, perche' ognuno ha il suo ruolo, ma soltanto incoraggiare la denuncia da parte di chi subisce richieste estorsive. Ma, soprattutto, vogliamo incoraggiare le Amministrazioni locali a non lasciare soli gli imprenditori e chi ha una attivita' commerciale che decidono di denunciare. In Calabria, infatti, paradossalmente, capita anche che chi denuncia viene abbandonato perche' la nostra e' una regione capovolta, dove succede l'esatto contrario di quello che dovrebbe capitare". La scelta del capoluogo della Calabria per la presentazione dell'iniziativa non e' stata casuale. "Catanzaro - ha detto il coordinatore di LIbera - non e' solo il capoluogo di regione ed il centro della Calabria. Riteniamo che qui ci sia la presenza oltremodo importante di varie 'ndrine che esercitano la signoria territoriale attraverso il racket dell'usura. Vogliamo quindi fare fronte proprio a questo e ci attendiamo da tutte le istituzioni, cosi' come e' accaduto a Reggio Calabria, la massima collaborazione. E per istituzioni intendo la Dda, la Prefettura, la Questura e tutte le forze dell'ordine. Su questo puntiamo e questo anticipatamente chiederemo con forza e chiarezza perche' a Reggio Calabria i risultati si stanno vedendo proprio perche' c'e' questa collaborazione che fa capo alla Prefettura e coinvolge tutte le realta' territoriali".