'Ndrangheta, Mimmo Vottari parla a Klaus Davi: "Non sono ultrà e nemmeno mafioso, media mi hanno distrutto"

«Non sono né un ultrà né un mafioso. I media mi hanno massacrato». Lo dichiara Mimmo Vottari, titolare del Black Devil Lounge Bar di Solaro (provincia di Milano) oggetto di un attentato qualche giorno fa, in un'intervista esclusiva rilasciata a Klaus Davi che andrà in onda nel corso della rubrica "Fatti e Misfatti – I Fuorilegge" sul TgCom24 diretto da Paolo Liguori.

«Ho l'abbonamento solo per le partite casalinghe del Milan ma sto pensando di fare un passo indietro – continua Vottari – di non andarci più allo stadio. Mio figlio lo accompagnerà qualcun altro. Il mio locale si chiama Black Devil per il semplice motivo che era una cosa bella riconducibile anche al calcio. Non è un club e non è solo di milanisti. Ci vengono anche interisti e juventini a vedersi le partite, non è una sede di un club o di un gruppo di milanisti. Tra l'altro abbiamo chiesto regolarmente al Milan di darci un posto per il posizionamento di uno striscione e il Milan ce l'ha trovato nel secondo anello rosso». E su Filippo Galli aggiunge: «Per quanto riguarda Galli, un ragazzo di un gruppo vicino ai Black Devil ha voluto fare un regalo al gruppo e ha fatto venire Galli. Era la prima volta in vita mia che lo vedevo ed è venuto con la moglie. Mi ha fatto piacere perché c'era Galli: è normale che una persona che vede uno che ha fatto la storia del calcio Italiano, se ha la pagina Facebook, la prima cosa che fa è farsi la foto e postarla e se io ho un locale e mi arriva un personaggio così famoso nel mio locale, sono contento, mi scatto alcune foto e le posto su Facebook. Alla fine mi fa anche una buona pubblicità, non è che uno deve pensare chissà che cosa». Tornando sul rapporto coi media conclude: «Ma la cosa che mi dà più fastidio è il nuovo danno di immagine per il mio locale provocato da questa bomba carta, che ha fatto il giro di tutti i giornali. Tutto l'interesse nei miei confronti da parte dei giornalisti mi dà fastidio: la 'ndrangheta e i conflitti sono tutte fantasie giornalistiche».

«Non appartengo alla 'Ndrangheta, questo lo sanciscono le sentenze. È vero, sono stato condannato per omicidio e per droga, ma questo non fa di me un mafioso».

«Io sono stato condannato per droga, tutto è partito da Bologna, da lì sono stati spiccati i mandati di cattura però a me non è stato spiccato, ok? Dicevano che non ci fossero prove sufficienti che Domenico Vottari abbia fatto questa cosa qua. Alla procura di Milano non gli andava bene; mi hanno fissato un mandato di cattura, mi hanno arrestato, mi hanno portano in carcere e mi hanno condannato sulla base di che cosa? Zero – aggiunge Vottari – Poi c'è stato un secondo mandato di cattura per hashish, ci sono stati dei pedinamenti, delle cose... L'hashish l'ho dato, la coca no, assolutamente». E sugli incontri con presunti 'ndranghetisti afferma: «Se io incontro una persona per strada che conosco da tantissimi anni, che sia pregiudicato o non sia pregiudicato, se mi chiede di berci qualcosa al bar e siamo vicini al bar è ovvio che ci beviamo qualcosa. Era pure mio cugino ed era una vita che non lo vedevo. Sono stato anche sfortunato...».