Occupazione, Ugl: "Governo nazionale insensibile al dramma che vive la Calabria"

«Gli ultimi dati Svimez non lasciano spazio a dubbi: 200mila laureati hanno abbandonato il Sud per cercare di realizzarsi nel Nord del Paese o fuori dall'Italia. Il che vuol dire che tra qualche anno il Meridione d'Italia e la Calabria saranno spopolate, povere e annichilite. Davanti ad un quadro così drammatico fa rabbia l'indifferenza del governo nazionale che continua ad ignorare quello che può definirsi un vero e proprio dramma sociale». Ad affermarlo è il segretario regionale dell'Ugl Calabria Ornella Cuzzupi.

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«Alla Regione sta per essere approvato il Bilancio di previsione per il 2018, ma come si è già potuto avere modo di verificare dall'esame avvenuto in Commissione, ci troviamo davanti ad una manovra asfittica, completamente ingessata in cui il 60% delle risorse viene assorbito dalla Sanitù. A stento si recuperano le risorse per il pagamenti degli stipendi, magari attingendo anche impropriamente ai fondi europei. E' chiaro – prosegue Ornella Cuzzupi – che in una situazione del genere la nostra Regione non può farcela da sola. Serve un cambio di rotta dei governi nazionali, anche e soprattutto di quello che sarà eletto alle prossime politiche, per dare ossigeno al fragile tessuto economico calabrese. I governi Renzi e Gentiloni non hanno certo investito in maniera intelligente sulla Calabria. I Patti per il Sud sono ancora solo sulla carta e si continua a festeggiare ogni anno il reperimento in finanziaria delle risorse per pagare Lsu ed Lpu, di fatto continuando ad alimentare il precariato. Dove sono gli investimenti sulle Università calabresi? – chiede il segretario regionale – dove sono le strategie per creare il raccordo fra gli Atenei e le imprese e agevolare ai giovani laureati l'ingresso nel mondo del lavoro? Il governo centrale non riesce neanche a valorizzare le nostre eccellenze. A Torre Lupo a Reggio Calabria negli stabilimenti ex Omeca, adesso Hitachi, si producono treni all'avanguardia che vengono venduti in tutto il mondo, mentre le nostre linee ferrate sono ferme a due secoli fa. Dove sono gli investimenti in infrastrutture e trasporti? - chiede ancora Cuzzupi – Serve un scatto di orgoglio di popolazione e classe dirigente per tirare fuori dalle secche la Calabria ed imporre ai governi nazionali un'azione che possa riequilibrare risorse e investimenti per arrivare, questa volta davvero, ad una unità del Paese».