Filoxenia: un'altra Calabria a Milano

Continuano gli eventi milanesi intorno al monumentale lavoro pittorico dell'artista calabrese Domenico Fazzari dal titolo "80mq di silenzio", raffigurante l'altare di una chiesa abbandonata del paese calabrese di Africo, posizionato ad arte in quella che fu la Chiesa di San Sisto nel centro di Milano, oggi Studio-Museo Francesco Messina. L'ultimo incontro all'ombra dell'opera in mostra dal 29 giugno a due passi dal Duomo, prevede la partecipazione dell'antropologo Vito Teti, con un intervento dal titolo "Il clamore del silenzio". Professore ordinario di antropologia culturale all'Università della Calabria, autore di numerosi volumi illuminanti su temi che riguardano l'etnografia dell'abbandono, ha influenzato con le sue ricerche quanti, coma il pittore Fazzari, si sono occupati dello spopolamento dei paesi del sud. Lo affiancherà l'antropologa - fotografa Patrizia Giancotti autrice e voce di Radio 3, che, a metà tra reportage giornalistico e indagine etno-antropologica, presenterà una sorta di diario di campo della sua esperienza nella Calabria greca: una miscellanea di voci, di volti e di cunti, che attraverso le immagini aspira a "far vedere" il racconto, confluito nel volume fotografico Filoxenìa -L'accoglienza tra i Greci di Calabria (Ed. Rubbettino).

A conclusione della serata verrà proiettato il video/documentario, nato da un'idea dello stesso Fazzari, girato tra gli abitanti di Africo Nuovo e Africo Vecchio, realizzato grazie alla collaborazione di due giovani professionisti, Alberto Gatto e Frank Armocida per la Bird Production. Il filmato, affiancato al dipinto monumentale, manifesta l'intento di ampliare la percezione del tempo e dei luoghi.

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Termina così questa singolare esperienza espositiva nella quale l'altare abbandonato di Africo dipinto da Fazzari è diventato il punto di partenza per riflessioni universali sullo spopolamento dei luoghi. L'allestimento, prolungatosi oltre le aspettative per il grande successo di pubblico, chiuderà il 22 ottobre: la grande tela verrà disallestita portando con sè il racconto visivo e narrativo trasmesso dal silenzio dei luoghi abbandonati.