"Cantiere Calabria"; Puccio (Pd): "Nuova cultura di governo"

"Quando nel suo intervento conclusivo Marco Minniti ha usato la metafora del porto di Gioia Tauro per dire che quella non è la struttura portuale per la Calabria ma una grande infrastruttura logistica al servizio dell'Italia e dell'Europa, ha semplificato un concetto e rovesciato una vecchia impostazione culturale. Una vecchia modalità assistenziale e mutualistica dura a morire è stata infranta". Lo afferma, in una nota, Giovanni Puccio, segretario regionale organizzativo del Pd. "Ora occorre, con maggiore decisione - prosegue Puccio - aprire la strada per guardare il futuro con la politica e una pratica coerente. Minniti parlava in quella sala non solo come il calabrese che onora la sua regione ma come autorevole espressione del Governo Nazionale. Quel Ministro che ha messo mano ad una questione di fondamentale importanza come quella dei profughi che fuggono dalla guerra e dalla miseria per costruirsi il futuro. In quell'occasione ha dato dimostrazione di non adagiarsi alla routine della emergenza. Ha applicato una nuova visione in cui 'sicurezza' non è più parola per alimentare paura e isolamento ma concetto progressista che sostiene il principio di libertà e apre le porte ad una autentica politica di governo riformista. Questa visione 'copernicana' ha già messo in discussione e obbligato l'Europa ad affrontare un tema di valenza globale sotto un profilo di corresponsabilità e di condivisione. Un tassello è stato messo. E così per parlare dell'evento 'Cantiere Calabria' non bisogna perdersi nelle logiche del provincialismo e nelle guerre fratricide". "La Calabria ha grandi potenzialità - sostiene ancora Puccio - ma gran parte delle energie si sprecano nelle frustrazioni conflittuali e nei nominalismi. Ora è del tutto evidente che una iniziativa quale è stata quella di Cosenza arriva in un momento cruciale per le prospettive e il futuro della Calabria. Oggi l'imperativo è di raccogliere quello che si è seminato nella prima fase di governo. Se la Calabria si trova nelle condizioni attuali le ragioni sono strutturali e politiche. Questo non significa ricercare scusanti, far dimenticare come vogliano fare coloro che hanno governato la Calabria dal 2010 al '14. Quelli che hanno dovuto gettare la spugna".

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Per Puccio "nella tre giorni dell'Università di Arcavacata, è emersa chiara la volontà di incalzare sui tempi e di costruire un processo più veloce e radicale nella sua dinamica e nella verifica democratica da offrire alla società calabrese in tutte le sue manifestazioni organizzate, dalle Università alle rappresentanze professionali, imprenditoriali e sindacali, Sindaci e rappresentanze degli enti locali, per costruire un processo partecipativo, quindi, una nuova cultura di governo che intacchi e spezzi le resistenze sistemiche che impediscono il pieno dispiegamento della funzione di governo. Questo ragionamento dovrà pesare nella fase che si annuncia. I congressi non possono essere la conta del potere o dei poteri da ambire ma il terreno sul quale la classe dirigente si seleziona sulla base dei progetti e dei programmi che vanno incontro ed esprimono gli interessi dei calabresi".(