Si è insediato il tavolo sull’Osservatorio per l’agricoltura sociale

Oggi, nella sede della Cittadella regionale, è stato insediato il Tavolo sull'Osservatorio per l'agricoltura sociale alla presenza di operatori del settore agricolo e del sociale.

L'Osservatorio – informa l'ufficio stampa della Giunta - prende a riferimento le finalità stabilite dalla normativa nazionale, la 141/2015,e prevede azioni e progetti di cooperazione, tra operatori agricoli ed altri soggetti pubblici e privati delle aree rurali, finalizzate a promuovere l'agricoltura sociale attraverso lo sviluppo di interventi e di servizi sociali, socio-sanitari, educativi e di inserimento socio-lavorativo di lavoratori con disabilità e di lavoratori svantaggiati, attraverso progetti finalizzati all'educazione ambientale e alimentare, alla salvaguardia dellabiodiversità. È costituito da rappresentati istituzionali, soggetti pubblici e organismi intermedi rappresentativi di interessi collettivi.

Il progetto è stato illustrato dalla dirigente di settore del Dipartimento regionale all'agricoltura Alessandra Celi. "L'agricoltura sociale - ha esordito la dirigente - nascenel mondo agricolo, quindi, la parola sociale si accompagna all'agricoltura. Il nostro padre fondatore è proprio l'azienda agricola. L'agricoltura sociale deve essere intesa anche come strumento per diffondere la consapevolezza dell'importanza della qualità delle produzioni partendo dall'educazione alimentare e da quella ambientale e dalla salvaguardia della biodiversità regionale. Parliamo di un'agricoltura etica con un'apertura alla comunità e alla qualità della vita attraverso l'inclusione sociale di soggetti deboli, attraverso iniziative di accoglienza e soggiorno di bambini in età prescolare e di persone in difficoltà sociale, fisica e psichica. L'agricoltura sociale – ha evidenziato ancora la Celi - è anche la chiave per contrastare il caporalato e il lavoro sommerso e irregolare in agricoltura, per promuovere la legalità e uno sviluppo economico sano del territorio attraverso la produzionedi prodotti biologici e di alta qualità, come 'i semi della legalità', sui terreni confiscati alle mafie. Stiamo lavorando a livello ministeriale sui requisiti minimi per ilriconoscimentodeglioperatorisociali in agricoltura. Glioperatorisonogliimprenditoriagricoli, le cooperative socialiil cui fatturatoderivantedall'eserciziodelleattivitàagricolesiasuperiore al 30% del fatturatocomplessivo. Le attività possono essere realizzate in collaborazione con enti pubblici e cooperative sociali. Un elemento che ci tengo a sottolineare e che e l'impresa agricola deve avere la capacità di lavorare con lo svantaggio sociale, creando sinergie tra chi gestisce il mondo del sociale e le imprese agricole per offrire nuovi ambiti di sviluppo. Con l'Osservatorio dell'agricoltura sociale – ha concluso la dirigente regionale - dobbiamo riuscire ad interconnettere tutte le possibili azioni che tra di loro portano avanti la Calabria che lavora, la Calabria pulita".

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Pier Macrì, del Consiglio per la ricerca in agricoltura (Crea) è entratonelmeritodell'avvisopubblico in pre informazionedellamisura 16.9 riguardanteilsostegno per la diversificazionedelleattivitàagricole in attività di assistenza sanitaria, di integrazionesociale, di educazioneambientale e alimentare. "Il contriobutomassimoconcedibile – ha detto - è pari a 100 mila euro per progetto. L'aliquota di sostegno è dell'80% dellaspesaammessa".

La divulgatricedell'Arsac (Aziendaregionale per lo sviluppodell'agricoltura in Calabria)Raffaella Fragale ha parlatodeiprogettichepartiranno a breve realizzatiinsiemeallaRegionenel campo del caporalato,dell'attuazione di percorsi di educazioneambientale e alimentare, dellaformazione per l'inserimentodelleaziendenell'elencodellefattoriesociale,dell'analisi e svliluppodell'agricolturasociale in Calabria.