Criminalità mafiosa, relazione DIA: "Giovani leve puntano a scalzare le vecchie"

diaLe giovani leve della criminalità mafiosa alla conquista dei vertici delle rispettive organizzazioni. E' questa una delle 'tendenze' che emergono dalla relazione semestrale della Dia, la Direzione Investigativa Antimafia, riferita al secondo semestre 2016. "Tra le tendenze comuni a cosa nostra, alla camorra, alla criminalità organizzata pugliese e, in parte, anche alla 'ndrangheta - si legge infatti nel documento - non può non rilevarsi la spinta in atto, da parte di giovanissime nuove leve, ad affiancarsi, se non addirittura a sostituirsi, alla generazione criminale precedente". E' quello che emerge non solo dai risultati investigativi, ma anche dalle statistiche.

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Se infatti si ripartiscono per fasce d'età i soggetti arrestati o denunciati, nell'ultimo quinquennio, per i reati propri di mafia (associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso e aggravante del "metodo mafioso"), si nota come la fascia ricompresa tra i 18-40 anni abbia assunto una dimensione considerevole e tale, in alcuni casi (2015), da superare quella dei 40-65. In secondo luogo, "ma strettamente connessa al ricambio generazionale appena descritto, è la propensione dei giovani associati - sottolinea la Dia - ad affacciarsi, radicandosi, fuori dalle regioni d'elezione e all'estero, coinvolgendo nei progetti criminosi soggetti con una marcata professionalità nella gestione di attività economico-finanziarie o nella pubblica amministrazione".