'Ndrangheta, la Liguria nelle mani della "mala" calabrese

bindirosy31mag 500"La Liguria è tra regioni del Nord quella che desta più preoccupazioni dal punto di vista della presenza di organizzazioni mafiose, soprattutto 'Ndrangheta. Qui siamo ad una presenza che è ben oltre quella che normalmente chiamiamo infiltrazione, c'è un vero e proprio insediamento a ponente ma non solo. Una presenza che è capace di condizionare". Lo ha dichiarato il presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, chiudendo la due giorni di lavori a Genova nei quali sono stati auditi i prefetti delle quattro province, il Procuratore capo di Genova, forze dell'ordine e responsabile sicurezza del Genoa. Bindi ha segnalato, facendo il punto della situazione ligure, "un'evoluzione del fenomeno mafioso che prevede l'uso della violenza come ultima istanza e si fonda sulla capacità creare rapporti, complicità. Spesso sono imprenditori e politici che vanno a ricercare un contributo delle organizzazioni 'ndranghetiste". Positiva l'evoluzione della giurisprudenza che "grazie alla Cassazione - ha ricordato il presidente della Commissione antimafia - ha finalmente riconosciuto l'applicazione del 416 bis"."Una buona notizia - ha spiegato ancora Bindi parlando della decisione del prefetto di Genova legata allo scioglimento del comune di Lavagna - dopo molti anni di condizionamento della città attraverso una famiglia".

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"Si tratta di segnali che riteniamo positivi perché si sta superando il negazionismo in Liguria sperimentato sulla nostra pelle quando arrivammo per la prima volta come commissione ad Imperia e sembrava che la 'Ndrangheta la stessimo portando noi per denigrare questa terra", ha sottolineato ancora Bindi. La criminalità organizzata è, secondo quanto emerso dal resoconto della Commissione, infiltrata in tutti i settori attraverso la presenza di 4 'locali' in Liguria: grandi opere, economia reale, politica e calcio. "La criminalità organizzata si combatte non solo con magistrati e forze dell'ordine, ma anche diventando cittadini consapevoli: l'omertà da complicità è più dura da combattere - ha concluso Bindi - Ogni cittadino deve fare la sua parte".