Droga tra Reggio Calabria, Vibo e Catanzaro: i nomi degli arrestati

cocaina2704C'è pure Emanuele Mancuso, 29 anni, di Nicotera (VV), figlio del boss Pantaleone Mancuso, detto "l'Ingegnere", fra i destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal gip di Vibo Valentia, che ha portato stamane a 14 arresti su 16 indagati complessivi.

Gli indagati avrebbero coltivato e spacciato marijuana e hashish, ma in qualche caso pure cocaina, nelle Serre vibonesi e nel Soveratese. Per comunicare, gli indagati si sarebbero serviti dell'applicazione WhatsApp dei telefonini. I Carabinieri hanno documentato pagamenti della droga sia in contanti che con la carta Poste Pay.

Emanuele Mancuso è irreperibile al momento. Ecco i nomi delle altre persone coinvolte:

Ai domiciliari: Davide Tassone, 24 anni, di Serra San Bruno; Vincenzo Tino, 27 anni, di Capistrano (Vv); Giuseppe Gamo, 27 anni, di Spadola (Vv); Cristian Valenti, 21 anni, Serra San Bruno; Francesco Candido, 24 anni, Isca sullo Ionio (Cz); Francesco Cannizzaro, 27 anni, di Sant'Eufemia d'Aspromonte (Rc); Manuel Delfino, 29 anni di Reggio Calabria; Nino Emanuele, 28 anni di Santa Caterina dello Ionio (Cz); Angelo Garieri, 31 anni di Cardinale (Cz); Giovanni Maria Gimigliano, 23 anni, di Catanzaro; Damiano Mamone, 34 anni di Serra; Simone Musolino, 26 anni, di Brognaturo (Vv); Fernando Spatola, 20, di Serra San Bruno.

Indagati a piede libero sono P. T., 23 anni, di Suzzara (Mn) e M. C., 31 anni, di Soverato (Cz).

Sono state le numerose chat di Whatsapp a spalancare le porte di un mondo di illiceità, fatto di foto di piantagioni, di video, di scambi di denaro e di molto altro ancora che ha portato i carabinieri di Serra San Bruno, con il coordinamento della Procura della Repubblica di VIBO Valentia, ad eseguire 13 provvedimenti di arresto, tutti ai domiciliari. L'unico ad essere irreperibile è Emanuele Mancuso. Altre due persone risultano indagate. L'indagine è partita dall'arresto di Davide Tassone, nel novembre del 2015, con contestuale sequestro di 70 grammi di marijuana e, soprattutto, dal cellulare del giovane. Un'azione investigativa che, nel giro di alcuni mesi, ha portato all'acquisizione di chat e foto di Whatsapp degli smartphone di altri indagati, tra questi nuovamente Tassone che ha cercato, non riuscendoci, di distruggere il proprio dispositivo. Incrociando i dati, le conversazioni, le foto e i video con i tabulati e gli appostamenti i militari sono riusciti a ricostruire la rete dello spaccio individuando tutti i componenti.

Tre i punti di riferimento dell'organizzazione, anche se non si trattava di una struttura verticistica, Davide Tassone, Damiano Mamone e Simone Musolino. Attorno a loro ruotava tutta l'attività di compravendita della marijuana prodotta essenzialmente nelle Serre, e, in qualche caso, anche cocaina, con gli acquirenti che arrivavano anche dal Soveratese, dal Reggino oppure erano presenti in altre regioni d'Italia dove la sostanza giungeva tramite corrieri. Secondo il procuratore della Repubblica di VIBO Valentia, Bruno Giordano, che ha messo in rilievo il lavoro del pm Filomena Aliberti, "l'epicentro è la zona delle Serre - ha spiegato - mentre l'ipocentro è il solito contesto di degrado socio-economico agganciato ad un profilo di sottocultura malavitosa delinquenziale che cerca di arricchirsi attraverso il ricorso allo stupefacente, marijuana e cocaina".