Guccione: "Quel pasticciaccio brutto della sanità calabrese

“Nel comparto della Sanità regionale calabrese assistiamo da oltre tre anni a una saga delle ipocrisie, tutta giocata sulla pelle e la salute dei cittadini. Questo balletto ipocrita tra Governo regionale e Governo nazionale sulla nomina del nuovo commissario straordinario per il Piano di Rientro sanitario si trascina da oltre tre anni. Un balletto che si è protratto fino ad oggi nonostante sia stata modificata la legge per consentire ai governatori di ricoprire tale carica.555a   Tre anni di conflitti tra l’Ufficio del Commissario e il presidente della giunta regionale pagati a caro prezzo dai calabresi in termini di qualità delle prestazioni sanitarie, col rischio di un allungamento ulteriore del Piano di Rientro”.

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E’ quanto sostiene Carlo Guccione, consigliere regionale del Partito Democratico.

“Ogni anno il Dipartimento Tutela della Salute – afferma Carlo Guccione - è chiamato a gestire 3,5 miliardi di euro per la funzionalità del settore. Però mancano ottanta dipendenti e sono in servizio soltanto 41 unità lavorative. Il dipartimento Salute non dispone del dirigente responsabile degli accreditamenti, della rete ospedaliera, del settore Bilancio e Prevenzione. E tra qualche giorno sarà anche libero quello degli Affari generali”.

“Inoltre, ho appreso proprio oggi – sottolinea Carlo Guccione - che il direttore generale del Dipartimento Tutela della Salute e Politiche sanitarie andrà in pensione e che è stato già pubblicato un avviso per la ricerca del sostituto. E’ evidente a tutti che un Dipartimento organizzato in questo modo non può essere in grado di governare un settore così delicato. Perché, mi chiedo spesso, è stato lasciato e si vuole lasciare per così lungo tempo nella disorganizzazione un dipartimento essenziale per la Calabria? Il conflitto istituzionale di questi anni tra ufficio del commissario e Regione Calabria è servito solo a coprire la mancanza da parte della giunta regionale di un progetto per la sanità calabrese. Ne è prova l’assenza di qualsiasi ipotesi di riorganizzazione del Dipartimento Tutela della Salute. I dati sono eloquenti. Situazione aggravata dal fatto che oggi qualcuno si è accorto che il direttore generale del Dipartimento, che ha un contratto di tre anni, sarà costretto ad andare in pensione per raggiunti limiti di età.

 

 

“Particolarmente grave è la situazione – precisa Carlo Guccione - del Bilancio dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza. Quando si leggono i numeri del conto economico dell’Asp di Cosenza del 2016 inviato al Ministero, emerge un nuovo deficit di 47 milioni, superiore a quello del 2015 del 52%. Un deficit che non è dovuto a investimenti o aumento dei servizi sanitari, ma a maggiori spese, pur in presenza di una evidente contrazione delle prestazioni sanitarie erogate da parte dell’Asp ai cittadini della provincia di Cosenza. La situazione è diventata insostenibile, con il rischio che il Piano di Rientro venga ulteriormente prorogato”.