Omicidio giudice Caccia: chiesto l'ergastolo per Rocco Schirripa

caccia bruno500La condanna all'ergastolo è stata chiesta oggi a Milano per Rocco Schirripa, imputato davanti alla Corte d'Assise con l'accusa di essere l'esecutore materiale dell'omicidio del procuratore di Torino Bruno Caccia, ucciso nel 1993. La richiesta del carcere a vita per il panettiere di origini calabresi, in cella dal 2015, è stata formulata dal pm della Dda Marcello Tatangelo secondo il quale uccidere Caccia a colpi di pistola fu una "prova di coraggio" data da Schirripa a Domenico Belfiore, esponente di spicco della 'ndrangheta.

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Rocco Schirripa, ha detto il pm Marcello Tatangelo nella sua lunga requisitoria (che si è protratta per tre udienze), è "oltre ogni ragionevole dubbio" l'esecutore dell'assassinio del procuratore, freddato a colpi di pistola una sera del 26 giugno 1983. Delitto voluto, ha aggiunto Tatangelo, da Domenico Belfiore, a capo dell'omonimo clan e già condannato in via definitiva all'ergastolo in qualità di mandante dell'omicidio. Secondo il pm infatti, Caccia fu assassinato per "il suo estremo rigore" in quanto si stava interessando alle "attività finanziarie" del clan calabrese impedendo all'organizzazione di fare affari nonostante la compiacenza di altri magistrati legati alle cosche. "In un dialogo con un altro esponente del clan - ha aggiunto il pm - Belfiore disse che 'con Caccia come procuratore, pur avendo amici in magistratura, per noi non c'è niente da fare'". All'inizio della requisitoria, il pm ha ammesso l'errore procedurale della procura che aveva portato a un azzeramento del dibattimento mesi fa. "Il percorso di questo processo - ha detto Tatangelo - e' stato complesso, ma siamo caduti e ci siamo rialzati" e ora a disposizione della Corte c'è "una pluralità di elementi di prova che vanno valutati in modo congiunto". Nel pomeriggio la parola passa al legale della famiglia del Procuratore Caccia, l'avvocato Fabio Repici.