Cannizzaro "smaschera" gli sprechi della Regione

"Spreco immane e lucida follia". Così il Capogruppo Cdl in Consiglio regionale Francesco Cannizzaro definisce lo spreco di denaro pubblico (96 mila euro l'anno) che, dalla fine del 2011 sino a poco tempo fa, la Regione Calabria ha sperperato per mantenere la sede di rappresentanza a Milano in via Broletto n. 16. Circa mezzo milione di euro tolti dalle tasche dei calabresi per una sede che non è stata valorizzata nemmeno nel 2015 quando ci fu l'Expo. "Ancora una volta assistiamo scarsa propensione a valorizzare sul territorio nazionale ed internazionale il prodotto Calabria, sia turistico, artigianale, imprenditoriale e l'attuale chiusura della sede milanese conferma l'incapacità politica di indirizzare verso l'esterno le forze positive economiche della nostra Regione. Una chiusura obsoleta e rozza che di fatto impedisce la crescita della Calabria e non svolge quel ruolo catalizzatore di attrazione verso quei capitali indispensabili ad un cambio di passo economico dell'intero indotto regionale. Sicuramente, è stata una spesa consistente che se finalizzata per quanto previsto sarebbe risultata addirittura un investimento vantaggioso per la Calabria, offrendo un'importante vetrina espositiva nella capitale economica europea qual è Milano, lanciando un sicuro ponte economico verso le principali capitali europee. Purtroppo, per il tempo inutilizzata, è apparsa solo come uno spreco ulteriore di questa Giunta regionale che, oltremodo, disattende tutte le aspettative e, sicuramente, in queste rientrano anche quelle per fini sociali. Expo 2015, palcoscenico unico all'interno del panorama mondiale ed occasione straordinaria per valorizzare le risorse interne della Regione Calabria, ha evidenziato gli enormi limiti del management regionale amministrativo e politico mantenendo chiusa la sede di Milano. I calabresi registrano quindi, l'ennesimo fallimento condotto con lucida follia da amministratori incapaci che hanno di nuovo "portato a casa" uno spreco immane. Allo stato attuale, togliere l'insegna apparirebbe dignitoso, almeno per evitare gli impietosi giudizi di chi passa ed inevitabilmente giudica, peggio ancora chi non conosce proprio la Calabria: degradante. Saggio sarebbe stata una inversione di tendenza ed un utilizzo migliore per quelle che erano le proprie finalità. Ma la saggezza non governa la regione Calabria".

--banner--