Volevano trafugare la salma di Enzo Ferrari, fermata rete di spaccio in rapporti con la 'ndrangheta

ferrari enzoSvolta oggi l'operazione "Tutti Innocenti" dei carabinieri di Nuoro in collaborazione con numerosi Comandi provinciali dell'Arma di Toscana, Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, che ha consentito di sgominare una banda composta da 45 persone dedite al traffico di stupefacenti e di armi tra il nord Italia e la Sardegna. Nel corso delle indagini, coordinate dalla Dda di Cagliari, sono state arrestate complessivamente 26 persone sorprese in flagranza di reato con ingenti quantità di stupefacenti e numerose armi. Al comando della banda c'erano gli orgolesi, attraverso emigrati che non hanno mai smesso di avere contati con i loro compaesani barbaricini. Tra i loro progetti criminosi c'era anche il furto della salma di Enzo Ferrari al fine di chiedere un cospicuo riscatto. I banditi avevano effettuato diversi sopralluoghi nel cimitero di Modena, concordate le modalità di custodia della salma e individuato chi avrebbe dovuto tenere i contatti con la famiglia Ferrari. Il piano però venne sventato per l'intervento dei Carabinieri di Modena su indicazione dei colleghi di Nuoro che, con alcuni servizi preventivi, facevano desistere i malviventi allarmati dalla presenza delle forze dell'ordine. Tutto nasce da una rapina perpetrata ad un direttore di banca che fu rapito insieme alla moglie e obbligato nottetempo ad aprire la cassaforte della banca dalla quale i banditi prelevarono 50mila euro. In quell'occasione vennero attenzionati due personaggi di spicco del crimine sardo e l'indagine portò alla scoperta di un traffico di droga dalla Calabria alla Sardegna, passando per la Toscana, Veneto, Lombardia e l'Emilia Romagna, dove c'era il capo dell'organizzazione Giovanni Antonio Mereu, 47enne, originario di Orgosolo, da anni residente a Traversetolo (Pr).

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In particolare agivano tra Parma, Reggio Emilia, Modena, Lodi, Grosseto, Mantova e soprattutto Padova. Da quest'attività investigativa sono emersi, sostanzialmente, due distinti, ma comunque tra loro collegati, filoni d'indagine: quello riguardante il traffico di droga di Gigino Milia e Graziano Mesina e dall'altro le attività illecite riferibili al traffico di droga e di armi, riconducibili a Mereu, da anni trapiantato appunto nella provincia di Parma. I Carabinieri di Nuoro hanno accertato che Mereu aveva allacciato stabili legami con personaggi della criminalità calabrese, per quanto attiene il traffico della cocaina, e con trafficanti di armi operanti tra il Veneto, la Lombardia e l'Emilia-Romagna. Il principale canale di approvvigionamento delle armi arrivava tramite un noto e "stimato" armaiolo e perito balistico che a sua volta, sfruttando la sua professionalità e le sue conoscenze, era riuscito a attivare un ininterrotto canale di approvvigionamento di armi da una struttura dell'Esercito grazie alla complicità di un luogotenente dell'Esercito ed un impiegato civile del Ministero della Difesa. Sfruttando le falle delle procedure di rottamazione delle armi del 15° Centro Rifornimenti e Manutenzione dell'Esercito a Padova "l'armaiolo" Renato Bazzan e suo figlio Willy, il primo capo squadra del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco di Padova ed il secondo Vigile del Fuoco "discontinuo", attraverso il luogotenente Giuseppe Mattei ed il dipendente Paolo Paris trafugavano armi intere e parti di esse che poi venivano consegnate al Bazzan. Questi a sua volta le rendeva clandestine mentre con le parti di armi, assemblandole, ne creava di nuove.

Le armi venivano cedute anche a Mereu che a sua volta le immetteva nel mercato sardo e calabrese utilizzandole anche quale corrispettivo per il pagamento di partite di droga acquistate dalla Ndrangheta ed inviate in Sardegna. L'orgolese Mereu, grazie ai suoi stretti rapporti con esponenti della criminalità organizzata calabrese, tra i quali Francesco Rillo, originario di Isola Capo Rizzuto (Kr) ed Antonino Modafferi originario di Reggio Calabria, ma trapiantati il primo a Viadana (MN) ed il secondo Parma - entrambi coinvolti anche in indagini della Procura Distrettuale Antimafia di Bologna e Reggio Calabria, è stato in grado di fornire ingenti quantità di droga al mercato sardo. Per capire l'importanza del canale di approvvigionamento basti pensare che la prima fornitura del Mereu ad un suo sodale di Orgosolo è stato di 27 kg di cocaina nell'arco di un mese. Nel complesso la Direzione Distrettuale Antimafia di Cagliari ha richiesto ed ottenuto l'applicazione della misura cautelare dell'arresto in carcere per 19 persone, 4 ai domiciliari, 11 obblighi di dimora, e 11 denunce a personaggi già detenuti o coinvolti in altre indagini.