Criminalità organizzata sui social, “ConDivisa”: Istituito l’osservatorio per il monitoraggio

condivisatavolo500<<Il consenso sociale è un fattore determinante per l'esistenza della criminalità organizzata, la propaganda mafiosa, anche se resta fortemente ancorata alle proprie tradizioni, come cerimonie di affiliazione, santini bruciati, processioni, sacramenti e inchini, cerca consensi anche sui social network. Mentre cattura l'attenzione degli adolescenti, per mezzo di gruppi che celebrano boss e affiliati, autori dei crimini più efferati, promuove contestualmente una feroce "caccia allo sbirro" per avallare spietate ritorsioni nei confronti di Poliziotti, Carabinieri e Finanzieri. >> Spiega Lia Staropoli Presidente di "ConDivisa", l'Associazione che si occupa di contrastare il consenso sociale promuovendo i valori etici che trasmettono gli uomini e le donne delle Forze dell'Ordine, delle Forze Armate e dell'Intelligence << Da sempre, le organizzazioni criminali cercano legittimazione tentando di ammantarsi di sacralità e di "legalità", elaborando leggende, proverbi e canzoni, millantando una sorta di "morale" apologetica che rappresenta le organizzazioni criminali come portatrici di valori, l'esempio più comune è quello della criminalità organizzata che non fa del male a donne e bambini, niente di più falso. Le organizzazioni criminali utilizzano i social per tentare di legittimare sé stesse e, contestualmente per cercare di delegittimare coloro che li contrastano realmente. Alla ricerca della conferma di un consenso sociale, già ampiamente riscontrato, e di nuove adesioni, si servono inoltre dei social per lanciare messaggi intimidatori diretti e mirati, ostentando il pieno controllo del territorio che dominano anche attraverso i social. Il fenomeno viene definito "consenso social", termine utilizzato per la prima volta nel libro "La santa setta – Il potere della 'ndrangheta sugli affiliati e il consenso sociale">>. L'Iniziativa L‟Associazione "ConDivisa – Sicurezza e Giustizia" istituisce l‟Osservatorio con la collaborazione di un team di esperti con competenze specifiche, eccellenze nei settori di appartenenza, Lia Staropoli mette insieme una "Task Force" composta da Magistrati, Forze dell'Ordine, operatori nel campo della "Cyber Security", giornalisti, psicologi, che monitoreranno costantemente gli spazi virtuali interessati dal fenomeno mafioso ed elaboreranno i criteri d' individuazione del fenomeno e le proposte di legge per neutralizzare il pericolo sui social, un luogo virtuale frequentato assiduamente da giovanissimi, talvolta indifesi. Tra le eccellenze messe in campo, spicca, fra gli specialisti tecnici, Gianni Cuozzo, Fondatore e Amministratore di "Aspisec" società italiana operante nel campo della "Cyber Security". Esperto di "Cyber Warfare" e "Cyber Intelligence": ha collaborato con Forze Armate ed Agenzie d' Intelligence militare nella stesura delle dottrine per l'impiego di virus informatici sul campo di battaglia. In primo piano anche la presenza della Dott.ssa Marisa Manzini, Magistrato sotto scorta che da sempre conosce e contrasta il fenomeno mafioso con determinazione. L'iniziativa, inoltre, è sostenuta da importanti sindacati della Polizia di Stato come il COISP, che mettono a disposizione dell'osservatorio le competenze dei propri iscritti, distribuiti in tutti i reparti di Polizia, adibiti al contrasto di ogni forma di criminalità. Tra le Associazioni partner figura anche il Movimento Antimafia "Ammazzateci Tutti", la più grande associazione giovanile nazionale a sostegno della legalità e delle Forze dell'Ordine, che nel corso degli anni si è distinta, tra l'altro, per l'impegno costante di segnalazione e di denuncia della criminalità organizzata anche sul web, ottenendo l'oscuramento di numerosi gruppi social e siti web inneggianti alla mafia. Sono già previste una serie di iniziative per formare, gratuitamente, gli studenti a riconoscere il pericolo per evitare di esserne coinvolti, educandoli a negare consenso alla mafia, anche sui social e a manifestare sostegno agli uomini e alle donne delle Forze dell'Ordine, delle Forze Armate e dell'Intelligence, adoperando lo stesso linguaggio dei social, con un ciclo di Work Shop già in programma nelle scuole italiane, e promuovendo attraverso i social campagne esplicative di sensibilizzazione, contraddistinte dagli "hashtag" #StopConsensoSocial , #LaMafiaNonMiPiace , #ViaLaMafiaDaiSocial, #LaPoliziaMiPiace , #IoStoConICarabinieri.

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