Rapporto Svimez, Confagricoltura: "Dati confortanti, no trionfalismi"

"I numeri contenuti nel Rapporto Ismea-Svimez dedicato all'agricoltura nel Mezzogiorno sono confortanti, inducono all'ottimismo e consentono di esprimere più d'una soddisfazione ma attenti a non scadere, come al solito, nel vuoto e formale trionfalismo e nel retorico esercizio di dichiarazioni celebrative". Lo sostiene, in una nota, il presidente di Confagricoltura Calabria, Alberto Statti. "La nostra vocazione agricola - aggiunge - è, infatti, un dato incontrovertibile ed il nostro presente agroalimentare è sotto gli occhi di tutti. Il futuro, invece, è ciò che tutti insieme abbiamo il dovere di immaginare e costruire. Perché se i dati di Ismea-Svimez fotografano un dinamismo incontestabile devono però servire a motivare un impegno ancor più chiaro, deciso, efficace. Sinteticamente possiamo dire che la crescita del valore aggiunto, delle esportazioni, degli investimenti e dell'occupazione non fa che confermare ciò che noi tutti sappiamo da tempo: il Sud ha nell'agricoltura un punto di forza la cui vitalità è tale da far registrare numeri più positivi rispetto alle storiche aree produttive del Paese. L'aumento dell'imprenditorialità giovanile, con 20 mila imprese nate al Sud e con più di duemila domande di primo insediamento in Calabria, consentono non di ribaltare ma quantomeno di alleviare le considerazioni sui giovani in fuga e sull'impossibilità di immaginare un percorso lavorativo nelle nostre regioni. Il fatto che la Calabria sia nelle prime posizioni di questo positivo ed incoraggiante rapporto è motivo di ulteriore compiacimento". "Questi numeri, però - dice ancora il presidente Statti - contengono anche tutti gli elementi utili a comprendere le nostre debolezze: l'agricoltura meridionale, e quella calabrese in particolare, va avanti sì, ma ha anche uno straordinario e inespresso potenziale. Come testimoniano i dati sull'export, e cioè il percorso che determina più redditività per le imprese, l'aumento del 15% è senz'altro positivo ma l'intero meridione costituisce solo il 30% del totale delle esportazioni. La Calabria, in particolare, sull'export è ancora drammaticamente indietro. Tutto ciò vuol dire che va fatto un robusto lavoro di consolidamento e sviluppo, elaborando una strategia condivisa che affianchi ed accompagni l'attuazione del Psr. Se invece si scadrà, anche questa volta, nel trionfalismo fine a se stesso avremo perso l'ennesima occasione utile, anche perché molti di quei dati per quanto positivi sono diretta conseguenza di un preciso momento congiunturale. Le imprese sanno bene, invece, che sotto il profilo strutturale la situazione è ben diversa ed è lì che occorre intervenire".

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"Infine ed a scanso di equivoci - conclude Statti - vorrei precisare che i meriti, se ce ne sono, vanno riconosciuti e dati alle imprese perchè investire in agricoltura e mantenere le aziende in Calabria è esercizio di coraggio, prim'ancora che d'impresa. Siamo ancora in attesa, infatti, che si affermi definitivamente una agri-cultura".