Allontanamento figli minori da famiglie mafiose, Cantone è perplesso. E Marziale reagisce

Cantone Raffaelenuova500"Resto molto perplesso rispetto a questo tipo di alternativa e credo che questi esperimenti siano la prova del fallimento dello Stato, delle istituzioni": è quanto ha detto il presidente dell'Anac, Raffaele Cantone, rispondendo agli studenti del Liceo Genovesi di Napoli in merito ai provvedimenti di allontanamento dei figli minorenni dalle famiglie mafiose. Una risposta che suscita la reazione del Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale: "Anche io nutrivo le stesse perplessità, fino a quando non ho visto madri nel corridoio del Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria, in coda per chiedere al presidente Roberto Di Bella di allontanare i propri figli da quell'ambiente. Figli che sono stati allontanati e che rispondono al provvedimento studiando con profitto, aderendo ad associazioni come Libera e ringraziando il presidente Di Bella con lettere che toccano le corde dell'anima".

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"Pensavo – continua Marziale – che lo strappo dalla famiglia avvenisse in maniera traumatica, forzata, e perciò mi dicevo contrario, cosciente del fatto che il tutto potesse causare una controreazione violenta nel tempo da parte dei ragazzi. Esplorato in prima persona l'iter non posso che prendere atto di una rivoluzione, che vede madri e magistratura alleati in un unico obiettivo, salvare i giovanissimi da una vita violenta".

"Azzarda il presidente Cantone nell'affermare che allontanare i figli da una famiglia mafiosa sia indicativo di una politica fallimentare dello Stato nel contrasto al crimine, ma – conclude il Garante – mi preme ricordargli che da Reggio Calabria la risposta del presidente Di Bella è una risposta dello Stato, forse la più concreta dopo anni di sterili slogan ad effetto e marce au flambeaux. Uno Stato che preserva i bambini e gli adolescenti da un futuro violento è tutt'altro che fallimentare".