Processo Aemilia, il Procuratore Amato: "Pubblico anche garanzia per imputati"

Il processo ordinario è pubblico "da un lato per un doveroso controllo da parte della collettività e per l'esercizio del diritto di cronaca". E dall'altro, "è anche nell'interesse della difesa che possa essere una sorta di porta a vetri, dove tutti possono guardare quello che succede, a garanzia degli stessi imputati". E' il commento del procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato, coordinatore della Dda, interpellato dall'ANSA sulla decisione del tribunale di Reggio Emilia che ha dichiarato inammissibile la richiesta dei detenuti imputati di far celebrare il maxi-dibattimento di 'Ndrangheta, a porte chiuse, senza la stampa e le scolaresche. Nel caso concreto, per il procuratore, "il diritto di cronaca è stato esercitato in modo corretto ed equilibrato". Nessun 'linciaggio mediatico', dunque, come sostenuto dagli imputati. "Non avevo dubbi che sarebbe stata questa la decisione dei giudici", ha detto Amato, ricordando che "il processo ordinario è pubblico" e chi ha pretese diverse può scegliere altre "modalità definitorie, come il giudizio abbreviato".

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Lo stesso Amato ha partecipato in giornata a Reggio Emilia al convegno 'La penetrazione della 'Ndrangheta al nord. L'economia illegale, lo sfruttamento del lavoro', organizzato dalla Cgil. "Quello che stanno facendo le organizzazioni criminali è ampliare la 'zona grigia'. L'associazione criminale - ha detto a margine - non è più quella di una volta, basata principalmente sull'esercizio della violenza nel territorio di appartenenza: oggi è capace di essere vicina ai fenomeni dell'ambito economico e della società civile. E' un tipo di associazione che può annoverare tra le sue file l'imprenditore, il bancario, il politico corrotto". Secondo il procuratore "l'ampliamento della zona grigia rende più difficile l'azione di contrasto a questo fenomeno criminale". Intanto in mattinata Paolo Siani, fratello di Giancarlo Siani, cronista ucciso dalla Camorra nel 1985, ha fatto tappa proprio nella città emiliana con il suo 'Viaggio legale con la Mehari di Giancarlo Siani". L'auto è stata portata davanti al Tribunale durante l'udienza del processo, alla presenza di studenti di alcune scuole. "Mio fratello - ha detto - era stato lasciato solo: è importante che questo non accada per chi indaga e chi racconta il malaffare. Ed è un segnale molto importante quello che oggi parte da Reggio con la decisione di mantenere aperto ai giornalisti il processo alla 'Ndrangheta".