Firma "protocollo di legalità" per nuovo Ospedale Piana di Gioia Tauro. "Affinché la 'ndrangheta non ostacoli la realizzazione delle grandi opere"

firmaprot 2 di Simone Carullo - La realizzazione del nuovo Ospedale della Piana di Gioia Tauro conosce oggi una tappa importante, soprattutto in un contesto delicato come la Calabria: la sottoscrizione del "Protocollo di legalità" per prevenire le infiltrazioni della criminalità organizzata tra l'ente appaltante, l'amministrazione regionale, la Prefettura ed l'ASP di Reggio Calabria, e l'impresa aggiudicataria dell'opera, la Tecnis S.p.A.. Una tappa che sblocca di fatto l'iter per la realizzazione della "grande opera" che sorgerà a Palmi, nei terreni adiacenti l'Istituto agrario.

Come ha sottolineato il Prefetto di Reggio Calabria, Michele di Bari, garante primo firmatario del documento, il Protocollo in questione si pone come obiettivo il controllo, la prevenzione ed il contrasto dei tentativi di infiltrazione della 'ndrangheta, nonché la verifica della sicurezza e della regolarità dei cantieri.

La Tecnis, forse la più importante impresa di costruzioni del Sud Italia, con sede a Catania e ramificazioni in tutto il mondo (Emirati Arabi tra gli altri). La Società E.P.C. è aggiudicataria di appalti anche sulla Salerno Reggio Calabria ed in febbraio è stata travolta da un'indagine del Ros – Sezione Anticrimine di Catania – e posta sotto sequestro per "l'asservimento del gruppo imprenditoriale a Cosa Nostra".

L'episodio non parrebbe di buon auspicio, ciò nondimeno l'impresa - posta sotto amministrazione giudiziale e rappresentata oggi presso la Prefettura di Reggio dall'amministratore, prof. Saverio Ruperto - ha ottenuto la revoca dell'interdittiva antimafia ed è libera di operare. Alla luce di questo, un protocollo di questa specie si rende forse più che necessario.

"Questo documento – ha spiegato in chiusura d'intervento il Prefetto Di Bari – è la testimonianza di una legalità che diventa manifesta e declamata e che si concretizza nella legalità degli atti".

Grande promotore del documento è il Presidente della Regione, Mario Oliverio, il quale ha esordito con i ringraziamenti di rito, in particolare nei confronti del sottosegretario Marco Minniti, "la cui presenza testimonia – secondo Oliverio – il valore dell'evento".

Oliverio ha fornito anche i dati dell'opera: 352 posti letto per un investimento di 150 milioni di euro. La data di oggi segna dunque l'inizio della fase operativa che passerà attraverso la trasmissione dell'ordine di servizio all'impresa da parte del responsabile del Dipartimento Infrastrutture, Patania; dunque si attenderà la redazione del progetto definitivo sul quale sarà convocata la Conferenza dei servizi; infine la progettazione esecutiva dovrebbe impiegare ancora 50 giorni. Quindi, secondo quanto afferma Oliverio, entro 10 mesi si potrà procedere all'apertura del cantiere.

Il Presidente della Regione ha parlato di tre grandi strutture ospedaliere: quella della Piana di Gioia Tauro, quella di Vibo e quella della Sibaritide, già in fase di realizzazione. Tre Ospedali per rispondere alle esigenze di una moderna assistenza sanitaria e per scardinare un triste primato che contraddistingue la nostra regione, quello delle grandi opere irrealizzate.

"Noi abbiamo bisogno di sbloccare le opere per migliorare i servizi e rilanciare l'economia – ha concluso Oliverio -, un'economia sana e non condizionata da "fattori esterni", perché deve essere chiaro che in Calabria i soldi si spendono bene e nel massimo della trasparenza".

Chiude la girandola degli interventi il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Marco Minniti: "Il nuovo ospedale della Piana di Gioia Tauro rappresenta un appuntamento importante per le aspirazioni dei cittadini di quell'area e per i loro bisogni – ha affermato -. Lavoreremo sinergicamente con le istituzioni locali ed i soggetti sociali, per agevolare al massimo le operazioni di realizzazione dell'importante infrastruttura, tenendo salda la barra sui principi di legalità e di trasparenza amministrativa. La Calabria, con questo protocollo, spedisce un messaggio a tutta l'Italia, rassicurando il Governo ed il Paese che anche qui è possibile realizzare le grandi opere sotto le insegne della prevenzione per sconfiggere i tentativi di infiltrazione mafiosa nei cantieri edili".

Secondo il Sottosegretario il documento di oggi dovrebbe assurgere a modello per il futuro, il "modello Gioia Tauro" lo ha chiamato, cioè la costituzione di un sistema in grado di prevenire la presenza della 'ndrangheta nei cantieri, senza correre il rischio di dovere interrompere i lavori per i controlli in corso d'opera.

"Lo Stato non sta a guardare – ha concluso - e faremo di tutto affinché le buone pratiche sconfiggano quelle cattive".

firmaprotocollooliveriominnitiInfine la sottoscrizione del protocollo ad opera dello stesso Sottosegretario Minniti, del Prefetto di Reggio Calabria Michele Di Bari, del Commissario Straordinario dell'ASP Giacomino Brancati, dal Subcommissario "Ospedale della Piana di Gioia Tauro" Luciano Modica, del delegato del Commissario Saverio Ruperto, ed ancora dei rappresentanti della Direzione Territoriale del Lavoro, delle organizzazioni sindacali di categoria Fillea Cgil, Filca Cisl, Feneal Uil.

Qui di seguito il documento nel merito:

L'Intesa prevede misure volte a rendere più stringenti gli adempimenti previsti dalla normativa antimafia anche mediante forme di controllo durante l'esecuzione dei lavori e la gestione dell'opera. L'art. 1 prevede che il concessionario e gli altri soggetti affidatari e sub affidatari dovranno chiedere le informazioni antimafia per tutti i settori di intervento comprese ovviamente le attività sensibili o procedere tramite le white list. L'art.2 dispone che il Concessionario deve chiedere le credenziali per accedere alla Banca Dati Nazionale Unica della Documentazione Antimafia per l'acquisizione di informazioni antimafia prima della stipula di affidamenti sub affidamenti. Nella filiera dei lavori è previsto che i contratti di affidamento e sub affidamento rechino clausole tutorie da infiltrazioni mafiose, come la clausola risolutoria nel caso di interdittiva, con applicazione di penale pari al 10% del valore del contratto salvo il diritto del committente del maggior danno . Le somme rinvenienti da tali penali saranno date in custodia al concessionario e destinate a misure incrementali della sicurezza antimafia dell'intervento secondo le indicazioni del prefetto di Reggio Calabria (art.4). Il concessionario e gli affidatari e sub affidatari si impegnano a dare notizia alla Prefettura di richieste di denaro o altre forme estorsive (art7), tale comunicazione non esime dall'obbligo di denuncia alle Forze dell'Ordine. Trovano inoltre applicazione le procedure per la tracciabilità delle transazioni finanziarie nell'ambito di tutta la filiera (tracciabilità flussi finanziari art. 10). L'art. 12 prevede la costituzione di un tavolo per monitoraggio dei flussi di manodopera per il controllo della modalità di assunzione delle maestranze al fine di assicurare la massima trasparenza nelle citate procedure di assunzione. Nel caso in cui la Prefettura o la Direzione del lavoro dovessero segnalare forme illegittime di intermediazione per il reclutamento della manodopera il Concessionario si impegna a risolvere il contratto di affidamento o sub affidamento e tale clausola sarà prevista nei contratti stipulati.