Ponte sullo Stretto, Nicolò (FI): "Calabria non è strumento per pressione elettorale, Oliverio riferisca in Consiglio"

"Intanto, seppure postuma, il presidente Berlusconi ed il centrodestra si tolgono una bella soddisfazione politica: il Ponte sullo Stretto non era propaganda ma una scelta efficace per rilanciare le grandi opere e l'ammodernamento infrastrutturale del Paese".
Così commenta il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Alessandro Nicolò, l'affermazione del presidente del Consiglio Renzi di rilanciare la costruzione del Ponte.
"Il Ponte sullo Stretto – prosegue Nicolò – era dunque un chiaro indirizzo di programmazione economica e di rilancio del Mezzogiorno attraverso il 'corridoio' ferroviario Berlino - Palermo. Il primo decreto del governo Berlusconi sul Ponte è del 2002. Sono passati 14 anni. Con il senno di poi, proprio il giorno dopo della decisione sulla data del referendum, ovvero il primo giorno "formale" di campagna elettorale, il segretario del Pd e presidente del Consiglio, riesuma un progetto strenuamente voluto dal Presidente Berlusconi, senza però fare alcun cenno programmatico sulla reale fattibilità dell'infrastruttura, diversamente dal cavaliere. Stranamente, poi, la strategicità del Ponte torna comodo al Premier per rispondere al sondaggio arrivato a palazzo Chigi e che ha indicato proprio nel Mezzogiorno i punti di maggiore sofferenza del sì facendo diventare l'elettorato del Sud terreno di conquista, in vista del referendum. Il Presidente del Consiglio – dice ancora Nicolò – quasi con spirito goliardico, ripropone al Paese ed al mondo intero il Ponte non comprendendo che questi modi 'estemporanei' gettano ombre sulla veridicità delle sue affermazioni e discredito sulle istituzioni della nostra nazione. Due volte dannoso, quindi, Renzi: sul piano economico e sull'immagine che dà di se stesso e dell'Italia!".

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"Proprio per evitare di inseguire fanfaluche – rileva ancora Alessandro Nicolò – sarebbe necessario che il governatore della Calabria si accertasse della veridicità delle affermazioni di Renzi e riferisse, al riguardo, al Consiglio regionale, dimostrando così rispetto per il proprio ruolo e per quello dell'Assemblea elettiva. Dicano a Renzi gli uomini del Pd regionale che la Calabria non è strumento di pressione elettorale e, soprattutto, dovrebbero ricordagli tutte le dichiarazioni rese rispetto a quest'opera da noi ritenuta sempre importante contrariamente dallo stesso Presidente che non l'ha mai riconosciuta come una priorità. Noi, pertanto, crediamo che sia giunto il momento di fare chiarezza rispetto alle sue posizioni e chiediamo, con spirito propositivo, se ciò che dice Renzi, pur smentendo se stesso, sia reale oppure se intende solo trascinare l'Italia nella fiera delle vanità senza costrutto".