Scuola, Diritti Civili: "Sospendere prove concorso docenti"

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, ha ricevuto numerose richieste di intervento da parte di molti docenti, dalla Calabria e da altre regioni italiane, esclusi dal concorso e, a seguito della decisione del Consiglio di Stato di accogliere alcuni ricorsi, chiede al Ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, la "immediata sospensione delle prove scritte e la nuova calendarizzazione per far partecipare, con riserva, i 26mila docenti esclusi, che hanno presentato ricorso". "E' in atto - aggiunge Corbelli - una grave e clamorosa violazione dei diritti di oltre 26mila docenti esclusi dal concorso nella scuola le cui prove scritte, per le diverse discipline sono iniziate il 29 aprile e termineranno il 31 maggio. Il Ministro dell'Istruzione anziché accogliere l'appello del sindacato, che alla luce della sentenza del Consiglio di Stato, che accogliendo tre ricorsi pilota, ha di fatto stabilito il diritto a partecipare al concorso a tutti i laureati, continua a far svolgere le prove allertando le prefetture per far presidiare le scuole dove si volgono i test per impedire l'accesso ai docenti ingiustamente esclusi! Siamo di fronte ad un fatto di inaudita gravità. Uno scandalo su cui purtroppo anche la grande stampa continua a tacere. Al Movimento Diritti Civili continuano ad arrivare numerose richieste di intervento da parte dei tanti docenti esclusi dal concorso. Dalla Calabria e da altre regioni italiane. Ricordo in breve che cosa è accaduto. Ventiseimila docenti sono stati esclusi da questo concorso". "I sindacati - prosegue - hanno prodotto ricorso al Tar del Lazio che non l'ha accolto. Il Consiglio di Stato ha invece ribaltato la sentenza del Tar e ha riconosciuto il diritto a partecipare al concorso per i docenti esclusi. In via d'urgenza venerdì scorso il Consiglio di Stato si è pronunciato su tre ricorsi pilota. Di fatto anticipando in questo modo la sentenza per tutti gli altri 26mila docenti che si trovano nella stessa condizione, e che hanno già prodotto di nuovo ricorso al Tar del Lazio. Dovrebbero tutti essere ammessi a partecipare al concorso. Il buon senso e il rispetto della sentenza del Consiglio di Stato avrebbe dovuto indurre il ministro dell'Istruzione a fermare il concorso, a calendarizzare nuovamente le prove per dare a tutti i docenti che ne hanno diritto la possibilità di poter partecipare alla pari, con gli stessi diritti e lo stesso giorno agli esami. Il Ministro invece ha stabilito di accogliere solo quei docenti in grado di dimostrare, con una sentenza, il loro diritto a partecipare". (ANSA)