Fotoracconti per una Calabria da riscrivere

impalcaturadi Daniela Liconti - Il giornalista Michele Inserra e la fotografa Alessia Martin saranno gli autori del primo dei fotoracconti che sono parte integrante di The Third Island Ag '64 '94 '14, interessante progetto di ricerca finalizzato a promuovere una riflessione storica ampia e interdisciplinare sulle grandi opere in Italia, in relazione al 50° anniversario dell'avvio dei lavori per il tronco A3 Salerno-Reggio Calabria (1964) e al 20° anniversario dell'apertura del porto di Gioia Tauro (1994), entrambi residui incompleti del "Pacchetto Colombo".

Il progetto, esposto all'interno della sezione Monditalia della 14. Mostra Internazionale di Architettura di Venezia, prevede la realizzazione di un ciclo annuale di attività ed eventi a Reggio Calabria, che diventa così il movente e il campione emblematico per un'analisi dello stato contemporaneo del paesaggio inteso non solo in senso fisico ma antropologico del termine.

Presentato ieri nella sede de "Il cerchio dell'immagine" da Teodora Malavenda che, insieme a IRA-C ne è curatrice, il progetto include una serie di fotoracconti del territorio per testi e immagini in cui un giornalista residente e un fotografo esterno, ognuno dal proprio specifico punto di vista, indagano le relazioni tra la presenza tecnologica, infrastrutturale e la condizione del paesaggio odierno, inteso soprattutto come struttura antropologica e culturale.

Fotografia come strumento di conoscenza e indagine del territorio per Allegra Martin, che si presenta con alcuni scatti realizzati in diverse aree urbane e rurali della penisola, caratterizzati da una narrazione acritica della realtà che si rivela a noi non nella sua banale evidenza, ma attraverso tracce e frammenti casuali che l'obiettivo sa cogliere. "Ciò che mi interessa è raccontare attraverso la fotografia gli indizi di cui è disseminato il territorio cui mi rivolgo – afferma la Martin -, le microstorie che incontro e che lo animano, che diventano elementi per comprendere la specifica realtà vasta."

Insieme a Inserra, che si definisce giornalista nomade ed emigrante al sud, la Martin ha percorso una porzione di Calabria per raccontare il territorio senza un'idea precostituita, ed ha scelto la SS111 che collega Gioia Tauro alla costa jonica, con le sue varietà di centri urbani e rurali e mutevoli geografie.

fotoracconti"Percorrere la A3 è un viaggio nella storia degli ultimi 50 anni – dichiara Inserra – che suscita rabbia e delusione per un'opera che, pur non finita, è già vecchia: una delle vergogne che hanno fatto sì che la Calabria venisse definita terza isola. Il percorso che abbiamo seguito mi ha fatto scoprire per esempio l'interno del porto di Gioia Tauro, una struttura da rilanciare che dovrebbe fare girare l'economia di tutto il sud, ma anche quanto la criminalità organizzata sia ormai un alibi che di fatto nasconde l'incapacità di operare sul territorio. Abbiamo visitato Siderno e quello che resta del tempo in cui era centro commerciale dell'area, una sequenza di edifici vuoti e abbandonati perché – si dice - l'economia non gira più per via del fatto che molti imprenditori sono oggi nelle mani della giustizia: un territorio, dove l'antistato si è completamente sostituito allo Stato. Queste strade e questi luoghi sono l'ennesima mortificazione per noi, segno di una politica che si è dimenticata del sud: ci mancano elementi importanti per crescere, come una politica seria, che più che parlare dovrebbe gire."

Inserra racconta la desolazione di Africo, Montebello e le sue discariche infinite, la Liquichimica, emblema di uno dei maggiori scandali della politica italiana, che ha inghiottito immense quantità di denaro pubblico e il cui destino – tra waterfront e centrale a carbone - è ancora impigliato nelle maglie burocratiche e di interessi variabili; San Ferdinando e le sue comunità di immigrati che vivono di assoluta precarietà. Una Calabria che abbandonata, consegnata, degradata in ogni sua piega, estetica e umana.