Salone del Libro, dal presidente Irto appello agli intellettuali calabresi

irtonicola17set600"La Calabria ha una notevole e solida produzione culturale. È necessario però che non resti fine a se stessa. La cultura deve diventare uno strumento di crescita sociale, un'occasione di riscatto per l'intera regione. Per questo occorre avviare una nuova stagione di impegno civile, nella quale sarà fondamentale il contributo degli intellettuali della nostra terra. Viviamo una fase storica complessa, in cui è di vitale importanza uno sforzo straordinario da parte di tutti: la politica, le istituzioni, le parti sociali. La cultura deve essere un pezzo di questo processo. Dobbiamo lavorare tutti assieme per perseguire il bene comune". È il messaggio lanciato dal Salone del libro di Torino dal presidente del Consiglio regionale della Calabria, Nicola Irto. Il rappresentante di palazzo Campanella (che ha anche fatto gli onori di casa, allo stand della Regione, al presidente della Fondazione del Libro Massimo Bray) ha partecipato alla presentazione di diversi volumi: "Generazione don Milani", "Dei confini, dell'identità e di altri demoni", "L'ape furibonda", "Territori per lo sviluppo" e "Le voci dall'eco". Incontri nel corso dei quali Irto ha riproposto il filo conduttore della sua presidenza: "Occorre investire in cultura perché essa è uno degli asset in grado di produrre valore aggiunto e generare benessere sociale". Intervenendo alla tavola rotonda "La regione degli scrittori per una nuova narrazione della Calabria", Irto ha sostenuto: "In un'epoca nella quale la fanno da padrone i social network, gli insulti e il sensazionalismo, una grossa mano all'immagine e alla reputazione della nostra regione sta arrivando da testimonial come gli scrittori, che usano un supporto da alcuni considerato in via d'estinzione: la carta. Tuttavia – ha aggiunto – credo che a cambiare la narrazione della Calabria non debbano essere gli scrittori ma gli attori istituzionali, a cominciare dai politici". Il presidente dell'Assemblea legislativa calabrese ha ricordato "quanto di positivo stiamo facendo in Consiglio regionale: le misure di trasparenza e sobrietà, i tagli ai vitalizi e ai costi della politica, gli investimenti sul diritto allo studio e sul polo culturale Mattia Preti. Non è sufficiente ma è un inizio".
"L'importante – ha incalzato Nicola Irto - è che a cambiare la narrazione della Calabria siamo noi stessi, iniziando a usare un linguaggio sobrio, senza parlare ogni due giorni di 'rivoluzioni' e di 'eventi epocali' perché l'errore più grave che una classe dirigente possa commettere è quello di non rispettare l'intelligenza dei cittadini. Solo se cambieremo noi si trasformerà la Calabria e, a quel punto, muterà anche il modo stesso di raccontarne le vicende da parte degli altri".

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Nel suo appello agli intellettuali calabresi, il presidente Irto ha concluso: "Abbiamo bisogno del contributo di critica costruttiva ed elaborazione intellettuale delle tante energie positive di cui dispone la nostra regione. Dobbiamo aprirci, non rinchiuderci; impegnarci e non essere indifferenti. Così ricostruiremo una cultura meridionalista forte, nel solco di figure di altissimo profilo, come Rosario Villari, che continuano a rappresentare dei punti di riferimento assoluti per l'intero Paese".